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Adamo e gli UFO

Questa settimana vogliamo affrontare un interessante argomento che finora non è stato sufficientemente trattato: gli UFO nei dipinti rinascimentali.

La domanda a cui il mondo scientifico e spirituale sta cercando una risposta è: c’è vita intelligente nell’universo? Nel tentativo di trovare una risposta a questa incalzante domanda,  indagheremo il campo artistico e in particolare il periodo rinascimentale.

E’ in questo fiorente periodo che l’occidente si libera dell’oscura gabbia medievale e come un bambino segregato per troppo tempo nella sua stanzetta, viene allo scoperto per  scoprire il pianeta. E oltre. Gli artisti rappresentano nelle loro opere temi che hanno sempre meno a che fare con la religione. Dapprima timidamente, per sfuggire agli austeri controlli della Chiesa, poi sempre in maniera più manifesta. Così il Mistero, pericoloso ma affascinante, prende sempre  più il sopravvento sulla Fede, rassicurante ma monotona.  Sempre  più spesso  una luce nel cielo viene interpretata come la presenza di un extraterrestre piuttosto che di un angelo. E l’artista si mette all’opera, riproducendo ciò che la sua anima e i suoi occhi vedono.

Il celebre dipinto Madonna con bambino e San Giovannino, che mostriamo all’inizio dell’articolo, ne è un esempio eccellente.

Ma non l’unico, né il più famoso.

Quanti di voi hanno osservato la volta della Cappella Sistina nei minimi particolari? Vi sono dei dettagli su cui vogliamo concentrare la vostra attenzione, e si trovano in una zona tutt’altro che periferica dell’opera. Parliamo nientemeno che della Creazione di Adamo, di Michelangelo Buonarroti come sappiamo, databile al 1511, capolavoro indiscusso del rinascimento italiano.

E’ stato detto tutto e il contrario di tutto di quest’opera, quindi arriviamo subito al punto, scovando il primo dei due particolari “nascosti”. Eccolo, sembra un cappello  che Michelangelo ha ironicamente poggiato sopra la testa di Adamo.

Tralasciamo i motivi per cui non si è parlato finora di questo piccolo ma interessante dettaglio, ben conoscendo la reticenza della Chiesa a trattare argomenti di questo tipo. Inoltre sappiamo che i condizionamenti di oltre duemila anni di dottrina ecclesiastica puo’ aver distratto la nostra attenzione su alcuni aspetti della vita.

Cos’è? Una navicella aliena? O davvero un cappello che l’artista ha inserito quasi per sbeffeggiare la piccolezza dell’essere umano di fronte a Dio?

Le teorie potrebbero accavallarsi all’infinito, se non fosse che Michelangelo ci viene in soccorso, aggiungendo il secondo e più importante dettaglio, che si trova nel cuore dell’opera: gli indici che si sfiorano ma non si toccano, come efficacissima metafora della scintilla vitale che passa dal Creatore alla creatura forgiata. per alcuni indicano l’irraggiungibilità della perfezione divina da parte dell’uomo. Altri sostengono che il trepidante avvicinamento non avviene per ora, ma è già ”in fieri”.

Ma siamo veramente sicuri che gli indici non si toccano?

Per scoprirlo, occorre liberare occhi e anima dai condizionamenti esterni.

Ed eccolo rivelarsi.

Un simpatico alieno verde compare tra l’indice di Dio e quello di Adamo, con l’intenzione evidente di volerli unire. Come avrete notato abbiamo voluto condurvi all’alieno progressivamente, mostrandovi prima la navicella da cui crediamo sia disceso.

Come sempre, sono molte le domande a cui non riusciamo a trovare risposta. Per esempio, quali motivazioni hanno condotto Michelangelo a porre al centro di una delle sue opere più ambiziose, questo misterioso personaggio? E soprattutto, perché ha un tratto così diverso rispetto al resto dell’opera diminuendone sensibilmente la qualità? Sembrerebbe quasi aggiunto da qualche blogger mattacchione. Noi non sappiamo se Michelangelo abbia davvero incontrato gli alieni o fosse lui stesso un alieno, ma a questo punto nessuna teoria  ci sembra assurda.

Potrebbe essere una risposta dell’artista al grande mistero dell’anello mancante? Sappiamo per certo che in tempi remoti l’intelligenza umana ha subito un salto improvviso e inspiegabile. C’è stato forse un intervento esterno? Non lo sappiamo, ma forse Michelangelo si, e questo spiegherebbe  le ragioni del perché il suo alieno abbia tratti così smaccatamente approssimativi rispetto al resto dell’affresco. Lui, col suo sorriso benevolo ha un’importanza fondamentale nell’ evoluzione dell’uomo;  non ha bisogno dell’accuratezza che l’autore ha sempre riservato agli altri suoi personaggi. Esiste, questo è tutto quello che ci serve sapere. Anche con i suoi tratti così grossolani, esiste.

L’unione, resa possibile dall’Alieno, fa si che l’uomo acquisti intelligenza e si avvicini al divino.

Forse grazie a questo dettaglio, Michelangelo ci fornisce la chiave di uno dei più grandi misteri dell’umanità.

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